Il conto corrente cointestato è una particolare tipologia di conto bancario che consente a due o più clienti di accedere agli stessi fondi.
Il classico conto corrente non prevede la cointestazione, ma grazie a questo particolare strumento finanziario si può ottimizzare la gestione del denaro. Prima di aprire un conto cointestato è utile però capire i vantaggi e le limitazioni di questa tipologia di conto corrente.
Cos’è il conto corrente cointestato
Gli istituti di credito consentono ai loro clienti di aprire un conto cointestato in caso di necessità. La possibilità di accedere a questo strumento finanziario è offerta al giorno d’oggi da ogni istituto di credito, i clienti non avranno dunque difficoltà a diventare cointestatari di un unico conto.
Prima di entrare nel dettaglio e di vedere quali sono le tipologie di conti cointestati e quali sono i vantaggi, è utile dare una definizione chiara spiegando cos’è il conto corrente cointestato. Si tratta di un conto bancario che prevede due o più intestatari. I titolari possono essere persone fisiche o persone giuridiche e ciò amplia le possibilità di utilizzo.
Con questo conto corrente è possibile effettuare tutte le principali operazioni bancarie. È possibile quindi effettuare il deposito di denaro e i bonifici verso altri conti corrente. Il canone annuo da pagare per la gestione del conto varia a seconda dell’istituto di credito che si sceglie e dell’offerta promozionale alla quale si aderisce.
Si ricorda che non è possibile trasformare un conto corrente tradizionale in conto cointestato. Sarà necessario aprire un nuovo conto corrente per avere due o più titolari, non vi è la possibilità di modificare gli intestatari di un conto già aperto.
Le tipologie
Esistono due tipologie di conti cointestati. Di seguito sono descritte in dettaglio le principali caratteristiche di ciascuna di esse:
- Conto corrente cointestato a firma disgiunta: nel caso di conto a firma disgiunta le operazioni bancarie possono essere effettuate da ogni intestatario senza che sia necessaria l’autorizzazione da parte degli altri titolari del conto;
- Conto corrente cointestato a firma congiunta: nel caso di conto a firma congiunta per eseguire le operazioni bancarie è necessario che tutti i titolari siano d’accordo.
Il conto corrente a firma disgiunta garantisce dunque maggior libertà di azione. Ogni cointestario ha a disposizione i fondi presenti sul conto e con essi può effettuare qualsiasi operazione bancaria in piena autonomia.
Il conto corrente a firma congiunta limita invece le libertà di ciascun titolare relativamente alla gestione delle somme presenti sul conto. Per l’esecuzione delle operazioni è necessario infatti che tutti i titolari siano d’accordo.
Ciò risulta utile ad esempio in caso di conto cointestato ai soci di una stessa società: richiedere alla propria banca la firma congiunta è un valido modo per tenere sotto controllo le spese e per evitare che i fondi vengano utilizzati secondo modalità non approvate da tutti i titolari.
I vantaggi del conto cointestato
Ci sono dei vantaggi del conto cointestato che è utile conoscere per capire come mai molte persone abbiano deciso di sottoscrivere questo tipo di conto corrente. In questa sezione sono descritti i vantaggi sia per i clienti privati che per le società.
Per quanto concerne i clienti privati, avere un conto corrente cointestato è utile per ridurre le spese di gestione. Si pensi ad esempio ai coniugi che avendo un unico conto corrente evitano così di dover pagare i costi di gestione per due conti e di versare due volte il bollo per il denaro lasciato in giacenza. Cointestare un conto è utile anche per una gestione più snella dei soldi tra genitori e figli o tra altri parenti. Dal momento che non è richiesto l’obbligo di parentela per intestare un conto a due o più persone fisiche, questo strumento è utile anche per le coppie che non sono legate da matrimonio o da unione civile.
Per quanto riguarda invece le società, avere un conto di questo tipo aiuta a ottimizzare la gestione dei fondi. La finalità in questo caso è diversa, il motivo principale che spinge a cointestare il conto è consentire a tutti i soci di avere denaro disponibile per sostenere eventuali spese correlate all’attività lavorativa. I fondi possono essere però utilizzati solo a determinate condizioni, ecco perché la soluzione più vantaggiosa è il conto con firma congiunta. Così facendo ciascun titolare potrà spendere solo per spese professionali dovendo richiedere l’autorizzazione di tutti i cointestatari e non potrà usare il denaro per altro.
A quante persone può essere cointestato?
Il conto corrente cointestato può essere intestato a due o più persone fisiche o giuridiche. La normativa vigente stabilisce il minimo di due persone per cointestare un conto, ma non prevede un limite massimo di cointestatari.
Va sottolineato che tra ciascun cointestatario non deve esserci per forza grado di parentela. Spesso questi strumenti finanziari sono utilizzati per mettere in comune fondi, gestire i pagamenti e il risparmio all’interno delle famiglie. L’assenza di obbligo di parentela consente però di utilizzare questo tipo di conto anche in ambito professionale o tra persone fisiche senza legami di sangue.
Vediamo di seguito alcuni esempi pratici di cointestazione:
- Coniugi, ovvero moglie e marito legati da unione civile o matrimonio;
- Genitori e figli;
- Coppie che non sono legate da unione civile o da matrimonio;
- Persone fisiche senza grado di parentela, ad esempio amici;
- Soci di una stessa società finanziaria.
I documenti necessari per l’apertura
Al fine di rendere agevole l’apertura del conto e di risparmiare tempo, vediamo di seguito quali sono i documenti necessari per l’apertura di un conto corrente cointestato:
- Carta d’identità: la carta d’identità è un documento indispensabile per l’apertura di questa tipologia di conto ed è richiesta sia per l’apertura del conto presso una filiale fisica, sia per l’apertura effettuata con i servizi di home banking;
- Codice fiscale: per aprire un conto cointestato è richiesto anche il codice fiscale tra i documenti da presentare in fase di apertura;
- Firme dei titolari: tutti coloro che desiderano essere inseriti tra i cointestatari del conto dovranno firmare.
L’apertura è veloce, basta recarsi fisicamente presso lo sportello della banca con la quale si vuole aprire il conto, o in alternativa seguire la procedura online. Si ricorda che tutti i futuri titolari dovranno essere disponibili mentre si svolgono le operazioni per l’apertura, dal momento che la firma di ciascuno di essi è necessaria.
Cosa succede in caso di morte di una delle parti?
Nel triste caso di morte di una delle parti è prevista una specifica procedura per la gestione dei risparmi e dei fondi accumulati sul conto. Il primo passo consiste nel comunicare il decesso all’istituto di credito, in modo che la banca possa avviare la procedura per la gestione del denaro.
Nello specifico l’istituto di credito procede con il congelare i fondi del cointestatario deceduto. La restante parte del denaro resterà a disposizione dei cointestatari ancora in vita. Per fare un esempio pratico, se il conto corrente è intestato a due persone e una di esse decede il 50% del denaro sarà congelato e il restante 50% resterà disponibile per l’altro intestatario. In caso di conto intestato a tre persone il 33% del denaro sarà congelato e così via.
Va precisato però che nel caso di conto con firma congiunta l’istituto di credito procederà con il congelare tutto il denaro, non solo la quota del titolare defunto. Ciò avviene perché nella tipologia a firma congiunta è necessaria l’autorizzazione di tutti i titolari per l’utilizzo del denaro e alla morte di uno di essi ciò non è più possibile.
Sia in caso di conto con firma disgiunta che con firma congiunta sarà necessario iniziare le pratiche di successione, presentando l’accettazione di eredità e la dichiarazione di successione. Solo in questo modo i fondi congelati potranno essere sbloccati.
Cosa succede in caso di divorzio?
Una domanda che viene posta di frequente è cosa succede al conto cointestato in caso di divorzio. La separazione dei coniugi prevede che il conto cointestato venga diviso al 50%: una metà dei fondi spetta a un membro della coppia, una metà all’altro membro. Questa suddivisione è indipendente dalla scelta di comunione o divisione dei beni presa al momento dell’unione: in entrambi i casi i fondi del conto corrente cointestato dovranno essere divisi a metà.
Vi sono casi in Italia di coppie che divorziano ma scelgono di tenere aperto il conto cointestato per una gestione più semplice delle spese legate ai figli. Bisogna fare attenzione a questa soluzione, perché anche se divorziati entrambi gli intestatari sono ritenuti responsabili